Lunedì 4 maggio hanno riaperto molte attività dopo il blocco dei mesi di marzo ed aprile causato dalla pandemia del Coronavirus, che lentamente si sta allentando, anche se resta ancora molto pericolosa.
Nelle lunghe settimane di blocco la comunità di Marostica ha reagito con maturità dimostrando un sostanziale rispetto (non facile né scontato) delle rigide prescrizioni a rimanere in casa, con gesti concreti di mutuo aiuto da parte di Associazioni e di singole persone nei confronti delle realtà sociali più fragili: donazioni, iniziative per raccogliere generi alimentari, consegna spesa a domicilio per chi non poteva uscire.
Le Istituzioni pubbliche hanno fatto con serietà quanto era possibile per tenere sotto controllo il virus e per la cura delle persone colpite, con straordinaria dedizione da parte del personale sanitario.
Le parole ricorrenti nelle scorse settimane #iorestoacasa #uniticontroilvirus hanno fotografato bene i comportamenti collettivi che alla fine hanno permesso di contenere la diffusione del virus, riducendo progressivamente il numero dei decessi, dei contagiati e delle persone sottoposte a terapia intensiva.
Nel frattempo Governo e Parlamento hanno approvato molti provvedimenti per sostenere economicamente le persone e le attività economiche bloccate. Non tutto è filato liscio a causa di complicazioni gestionali e si registrano ritardi nell’arrivo dei contributi stanziati a famiglie ed imprese.
Difronte a queste difficoltà verrà emanato a giorni dal Governo un nuovo decreto di oltre 50 miliardi che prevede nuovi provvedimenti di sostegno per famiglie ed imprese colpite dalla crisi.
Inoltre il Governo, acquisita dal Comitato Scientifico Sanitario la certezza che la curva del contagio sta scendendo, ha deciso l’avvio della cosiddetta fase 2 con una consistente riapertura di attività economiche e produttive, per circa 4,4 milioni di persone dalla giornata di ieri, ipotizzando altre riaperture per il 18 maggio e successivamente per i primi giorni di giugno.
Sui ritardi nell’arrivo dei contributi e soprattutto sulle riaperture delle attività è iniziata nei giorni scorsi una serie di proteste da parte delle categorie economiche la cui apertura non era prevista per ieri, soprattutto per il timore che questo blocco possa durare ancora a lungo.
Alle categorie che legittimamente protestano va ricordato, tuttavia, che il Governo, nel momento in cui si impegna per la riapertura delle attività economiche deve sottostare al vincolo imprescindibile della assoluta priorità della sicurezza per la salute di chi lavora e dei cittadini per evitare una ripresa del contagio, compromettendo i risultati importanti raggiunti finora.
E questo vincolo vale anche per le Regioni e gli Enti Locali.
Questo significa che inevitabilmente le aperture saranno graduali in base alle condizioni di massima sicurezza e soprattutto che prima di procedere ad ulteriori aperture bisognerà verificare che non ci siano effetti negativi su una eventuale ripresa della diffusione del virus.
Alle associazioni economiche che giustamente chiedono in modo pressante quando potranno riaprire, l’unica risposta possibile dalle Istituzioni sarà che si potrà fare solo quando saranno garantite, con dei protocolli specifici in ogni settore di attività, le condizioni di sicurezza per chi lavora e per evitare la ripresa del virus tra la popolazione (dispositivi di protezione individuale – distanziamento).
Per accelerare questo percorso il Governo ha deciso in queste ore che le prossime aperture non saranno uniformi in tutto il territorio nazionale ma potranno riaprire prima le Regioni che registrano miglioramento nella riduzione della pandemia.
In pratica, tra due settimane, sarà possibile la riapertura per tutte quelle attività che potranno garantire il rispetto dei criteri di sicurezza per i lavoratori e per gli utenti, a partire dalle Regioni dove non ci siano peggioramenti nella circolazione del virus. Il Veneto è una di queste Regioni.
Ne consegue che, sui tempi delle riaperture, è necessario che il confronto tra le Istituzioni e le Associazioni delle piccole imprese e del commercio, andando oltre la polemica, sappia mettere insieme le forze di tutti per raggiungere i livelli di sicurezza, indispensabili per poter riaprire al più presto.
Per quanto riguarda Marostica proporremo nel prossimo Consiglio Comunale che il Comune contribuisca a sostenere imprese e famiglie in stato di necessità, nella spesa alimentare, nel pagamento delle rette, degli affitti, delle imposte, della liquidità.
Allo stesso modo Governo, Regioni ed Enti Locali debbono mantenere la massima unità di comportamento e di azione come finora in larga parte è avvenuto, evitando le polemiche motivate da finalità di scontro politico.
Sono apparse del tutto fuori luogo le polemiche nei confronti del Governo di questi ultimi giorni da parte di un gruppo di 8 sindaci del nostro territorio (autodichiaratisi “i Sindaci del Veneto”).
Impegniamoci tutti a mettere in pratica l’invito pressante che ci ha rivolto il Pontefice in queste ore: “Nelle emergenze bisogna essere uniti. L’Unità è superiore e più utile di ogni conflitto”.
I Consiglieri Comunali Giorgio Santini – Antonio Capuzzo.