Il P.E.B.A. viene approvato ma non supera le “barriere” tra Maggioranza e Minoranze

Il Consiglio Comunale del 30 aprile ha approvato il P.E.B.A., il piano per eliminazione delle barriere architettoniche del Comune di Marostica.
E’ un risultato positivo, al quale abbiamo collaborato in modo propositivo proponendo le seguenti correzioni e integrazioni al piano presentato dall’Amministrazione:

– la previsione di interventi anche a favore di non vedenti e non udenti (che erano stati esclusi);
– una migliore e più dettagliata definizione dell’iter per coinvolgere la società dei trasporti pubblici (SVT), Poste Italiane, ASL, ecc.;
– la necessità di evidenziare gli impatti sul nostro bilancio derivanti dal P.E.B.A. in base a quanto previsto dalla Legge regionale 12 luglio 2007, n. 16 (BUR n. 63/2007) la quale prevede che “i comuni riservano alla realizzazione di interventi per l’eliminazione delle barriere architettoniche almeno il dieci per cento dei proventi annuali derivanti dal contributo di costruzione di cui al DPR n. 380/2001 e successive modificazioni e dalle sanzioni in materia edilizia, paesaggistica ed urbanistica”;
– la necessità di prevedere un maggiore impegno per l’abbattimento delle barriere molto impattanti sulla mobilità urbana delle persone disabili, ovvero quelle presenti negli attraversamenti pedonali. Nel piano erano stati previsti alcuni interventi esclusivamente con riferimento ai percorsi principali analizzati. Restavano fuori tutti gli altri, che costituiscono un numero purtroppo ancora rilevante. Abbiamo chiesto che venissero inseriti anche questo tipo di interventi;
– l’opportunità di intervenire sul vigente regolamento edilizio comunale per verificarne la compatibilità con il P.E.B.A. e l’inserimento di eventuali modifiche/integrazioni. Tale analisi è necessaria per spostare l’attenzione dell’Amministrazione dalla rincorsa dell’emergenza (eliminare le barriere architettoniche presenti) alla corretta pianificazione dell’attività urbanistica ed edificatoria (finalizzata ad evitare la creazione di barriere architettoniche a monte). Seppur necessario non è sufficiente, infatti, censire le principali barriere architettoniche esistenti nei percorsi ed edifici pubblici, prevedere e programmare gli interventi necessari a garantire l’accessibilità, e diffondere i risultati di tali azioni (sono le finalità del P.E.B.A.), se non si agisce anche sulle cause del fenomeno. Altri Comuni lo hanno fatto attraverso una rivisitazione ed un aggiornamento dei Regolamenti Edilizi Comunali prevedendo, ad esempio, linee guida che forniscono elementi di indirizzo per il progettista richiamando e interpretando dal punto di vista tecnico le norme e i regolamenti vigenti, ma soprattutto fissando standard qualitativi in alcuni casi più elevati rispetto alle norme vigenti.

Le nostre richieste di modifica o integrazione soprariportate sono state accolte insieme ad altre. Per essere precisi, al piano proposto sono state apportate 20 (venti) correzioni e/o integrazioni, a riprova che le osservazioni fatte erano tecnicamente fondate e di buon senso.

Non è stata accolta dalla Maggioranza, invece, la richiesta di prevedere un impegno finanziario certo per gli anni di mandato dell’Amministrazione in carica, e cioè fino al 2023. Impegno che avrebbe potuto essere garanzia di efficacia concreta del piano che ha indicato un fabbisogno stimato di 1.090.000,00 euro spalmato in 10 anni (quindi ben oltre la durata del mandato dell’Amministrazione Mozzo) per abbattere le barriere individuate.

Come avevamo già scritto, pur essendo necessario, non è sufficiente indicare la stima dei costi degli interventi necessari se poi non si prevede di accantonare le somme necessarie.
Serve per uscire con un articolo sul Giornale di Vicenza, ma non risolve il problema.
Bisogna essere concreti, parola molto usata da questa Amministrazione (vi ricordate lo slogan #fattinociacoe?).
Perché – concretamente – ovvero per vedere la realizzazione di qualche intervento previsto dal piano, l’Amministrazione ha rinviato al 2020, senza peraltro che siano state evidenziate in Consiglio l’ammontare delle risorse che verranno accantonate a questo scopo, al di là di quanto obbligatoriamente previsto in virtù della citata Legge della Regione Veneto n. 16 del 2007.
E a quanto ammontano – sempre concretamente – le risorse che l’Amministrazione si è impegnata ad accantonare per abbattere le barriere architettoniche?
Prendendo i dati del 2018 si sarebbero accantonati circa 18.500 euro. Il che significa che, se le risorse resteranno queste, serviranno più di 58 anni (cinquantotto anni) per realizzare gli interventi previsti nel piano. L’Amministrazione ha invece indicato nel piano un orizzonte temporale di 10 anni.
Certo, si potrà dire che non si tiene conto dei finanziamenti che potranno essere acquisiti. A questo riguardo abbiamo sottolineato con forza in Consiglio Comunale che i finanziamenti regionali sono normalmente previsti come cofinanziamenti, ovvero che presuppongono il concorso del Comune. Occorre cioè che il Comune abbia stanziato dei fondi propri. Dal punto di vista generale è poi opportuno ricordare come, purtroppo, il fondo per l’abbattimento delle barriere architettonico, previsto dalla legge 13 del 9 gennaio 1989, sia stato a lungo non finanziato a livello centrale.

Si corre il rischio che il P.E.B.A. resti sulla carta, nonostante l’investimento fatto per redigerlo.

Spiace osservare che tra le barriere che il P.E.B.A. non è riuscito a far superare alla Maggioranza risulta esserci quella di un corretto confronto con le Minoranze nell’interesse dei nostri concittadini, per qualunque lista abbiano votato lo scorso 10 giugno.

#amministrailpresente #immaginailfuturo

Giorgio Santini e Antonio Capuzzo
Consiglieri Comunali di “Impegno per Marostica”