Da ieri, lunedì 10 dicembre 2018, è possibile percorrere completamente la rotatoria di via G. Cecchin e forse val la pena ricordare, per sommi capi, la sua “storia” che inizia nel 2001 con due deliberazioni del Consiglio Comunale (n. 76 del 25 settembre 2001 e n. 83 del 29 novembre 2001) con le quali si adotta e approva una variante parziale al P.R.G. allora vigente, “al fine di ottenere la conformità urbanistica per la realizzazione di rotatorie lungo la direttrice della ex S.S. 248 “.
Lungo è stato il percorso amministrativo e burocratico che si è reso necessario per poter vedere l’apertura del cantiere, avvenuta nello scorso mese di giugno 2018.
Un percorso fatto di molti passaggi diversi, l’uno concatenato all’altro, che meritano di essere ricordati brevemente, perché spesso non si sa bene cosa ci sia dietro ad un’opera pubblica realizzata.
Torniamo al 2013.
Il primo problema che si pone è di capire come farla – la rotatoria – perché un progetto non c’è, o, più correttamente, ce n’è più d’uno con diverse varianti, nessuna delle quali che abbia superato la fase preliminare, e soprattutto sulla quale vi sia un accordo per l’acquisizione delle aree private necessarie a realizzare l’opera.
Occorre, dunque, predisporre un progetto che tenga conto delle tante criticità presenti, che di seguito ricordo brevemente:
– 5 strade che convergono in quello snodo;
– un carico di traffico veicolare significativo;
– spazi ristretti per realizzare l’opera;
– l’eccessiva velocità dei veicoli, durante la fase di verde, nella manovra di attraversamento dell’incrocio semaforizzato, con particolare riferimento al traffico proveniente da Via Montello;
– la grande pericolosità di alcune manovre, ad esempio l’uscita da Via dei Ciliegi, a causa della complessità dell’intersezione, quando i semafori si spengono o diventano lampeggianti a seguito di guasto;
– gli attraversamenti dell’intersezione durante la fase di rosso dei semafori, che purtroppo si riscontrano;
– la necessità di intervenire sui sottoservizi, ed in particolare di adeguare la rete idrica e fognaria;
– ma soprattutto 10 enti diversi coinvolti: Comune, Provincia, Viabilità, Etra, Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio, Consorzio di Bonifica, Ascopiave, Italgas, Telecom, Fastweb.
Per realizzare il progetto della rotatoria – considerata la complessità dello stesso – si decide di fare un accordo con la Provincia con il quale i due Enti convengono, tra le altre cose, che la Provincia “provvederà […] alla redazione del progetto definitivo ed esecutivo comprensivo della documentazione necessaria per l’acquisizione dei necessari pareri e/o nulla osta, all’espletamento della procedura di gara, alla stipula del contratto d’appalto, […] agli espropri, […] assumendo inoltre le funzioni di Ente espropriante per l’acquisizione delle aree necessarie alla realizzazione dell’opera effettuando tutte le attività allo scopo previste dal D.P.R. 327/01”.
E’ la scelta più opportuna, perché la Provincia dispone delle competenze necessarie per affrontare il complesso iter amministrativo ed inoltre perché questa scelta consente di dedicare i nostri tecnici comunali dell’Ufficio LL.PP. a tante altre attività e progettazioni che, contemporaneamente, stanno andando avanti in quel periodo: il piano comunale dell’illuminazione, il piano del traffico, la messa in sicurezza del territorio attraverso il ripristino delle frane, gli interventi per gli adeguamenti delle scuole, il percorso ciclo-pedonale di via Montello, il camminamento di ronda, ecc.
Il progetto viene predisposto con un intenso e continuo lavoro di squadra tra Comune, Provincia e Vi.abilità e gli altri enti coinvolti, che consente di definirne tutti gli elementi come il diametro, l’illuminazione, i sensi di marcia delle strade collegate, ecc. Non viene tralasciato neppure un continuo confronto con i privati che faciliti l’acquisizione delle aree necessarie a realizzare l’opera.
Alla fine la procedura si chiude evitando contenziosi e riducendo al minimo le tempistiche previste dalla normativa vigente.
Si apre a questo punto il “fronte urbanistico” della questione. Perché dopo l’approvazione delle delibere del 2001 non era intervenuta la dichiarazione di pubblica utilità dell’opera nel termine quinquennale di validità del vincolo preordinato all’esproprio, che conseguentemente era decaduto. E’ dunque necessario rinnovarlo affinché la Provincia possa approvare il progetto definitivo della rotatoria.
Per rinnovare il vincolo sono necessarie due successive delibere di Consiglio Comunale, la prima di adozione e la seconda di approvazione, e le convocazioni delle relative commissioni consiliari necessarie per esaminare il progetto e le osservazioni pervenute.
Conclusa anche questa fase di competenza comunale, la “palla” passa in Provincia che, alla fine, approva il progetto definitivo/esecutivo e – in esecuzione dell’accordo con il Comune – avvia la gara d’appalto, individua il vincitore ed assegna l’appalto.
Lunedì 11 giugno 2018 iniziano i lavori per la realizzazione della rotatoria di via G. Cecchin.
In questo lungo percorso durato 4 anni – che ho sommariamente riassunto in poche righe – sono state molte le difficoltà incontrate che non sono palesi e che non emergono all’esterno. A partire dalla condizione di pesante carenza di organico (- 40 %) in cui versava l’Ufficio Lavori Pubblici del Comune nel 2014 e per parte del 2015, al fatto che durante l’iter amministrativo sono cambiati 4 capi area dei lavori pubblici per pensionamenti, aspettative, ecc. con conseguenti passaggi di consegne, alla presenza di molti enti diversi coinvolti nell’iter ed alle tempistiche che conseguentemente ne sono state condizionate, al fatto che è sempre complicato “toccare” le proprietà private.
Molti sono i benefici attesi dall’opera realizzata. La nuova rotatoria obbligherà i veicoli a “deflettere” le traiettorie nell’attraversamento dell’intersezione, in particolare per il traffico proveniente da est, con conseguente riduzione delle velocità. La rotatoria, a differenza del semaforo, funzionerà sempre, anche in caso di mancanza improvvisa di energia elettrica, scongiurando tutti quei rischi che, in tal caso, il semaforo comporta. Essa consentirà, inoltre, di limitare le conseguenze di eventuali urti tra veicoli, perché non saranno mai frontali a forte velocità, ma laterali e a velocità più ridotte, e permetterà di collegare la pista ciclopedonale di via Montello con il centro cittadino, poiché si è prevista la presenza di itinerari ciclopedonali su sede propria, separati dalla carreggiata. La rotatoria renderà anche agevoli e sicure le manovre di inversione di marcia.
Ci sono persone che, a mio parere, meritano di essere ricordate e ringraziate, perché dietro ad un’opera realizzata ci sono sempre dei nomi e dei cognomi.
Innanzitutto i rappresentanti della Provincia di Vicenza (l’ex Presidente Variati, insieme a diversi Consiglieri provinciali, il segretario Macchia e i capi area coinvolti), nella quale il Comune ha sempre trovato un interlocutore attento e disponibile. I tecnici della Provincia come il Geom. Cera, autore dei progetti iniziali e l’Ing. Grendene, autore del progetto definitivo, il Geom. Masuello di Vi.abilità, Responsabile Unico del Procedimento, il dott. Amadori e la dott.ssa Bragagnolo dell’ufficio espropri della Provincia, L’Ing. Valle, l’Ing. Luca De Antoni (nostro concittadino) e lo Studio Progetto Leonardo che si sono occupati del progetto esecutivo e della direzione lavori, tutti e quattro i capiarea dell’Ufficio Lavori Pubblici del Comune di Marostica: l’Arch. Collicelli, l’Ing. Toffanello, l’Ing. Checchin e l’Ing. Tollardo, la dott.ssa Cristina Minuzzo dell’Ufficio LL.PP, e … la precedente Amministrazione Comunale di Marostica, che su quest’opera non ha mai dubitato, e soprattutto mollato, nemmeno per un solo momento.
Antonio Capuzzo
Consigliere Comunale di “Impegno per Marostica”