Abbiamo visto l’evoluzione storica del nostro impianto di pubblica illuminazione e il suo stato attuale e occorre ora capire se vi siano criticità oppure no.

Per rispondere a questa domanda abbiamo due strumenti oggettivi: il piano dell’illuminazione per il contenimento dell’inquinamento luminoso (Picil) adottato il 1° marzo 2017, e il progetto esecutivo della pubblica illuminazione predisposto come diretta conseguenza del Picil, entrambi frutto di un lungo lavoro di monitoraggio, analisi, e studio svolto tra il 2014 e il 2017.
Da questi strumenti ricaviamo un primo dato preciso e puntuale, che ritengo sia interessante.
Con un intervento complessivo di efficientamento dell’impianto è possibile ottenere i seguenti risparmi su quanto spendiamo ogni anno per illuminare le nostre strade:
– € 61.135,52 + IVA (sul consumo del 2017). La spesa infatti passerebbe da € 144.404,84 all’anno a € 83.269,32.
– € 151.524,44 + IVA sulla spesa necessaria per far funzionare l’impianto correttamente, ovvero senza ricorrere a spegnimenti parziali o per zona.

Sono un bel po’ di soldi che potrebbero essere investiti per finanziare la realizzazione del nuovo impianto, ripagandolo attraverso un canone annuo da corrispondere a chi realizzerebbe l’intervento, senza gravare sul bilancio comunale.

Questo è il dato più importante presente nei due progetti che Amministrazione Mozzo ha trovato in via Tempesta.

Ma perché si dovrebbe fare un intervento complessivo sulla pubblica illuminazione e non ci si può limitare, invece, ad interventi su singole zone, o alla semplice sostituzione dei corpi illuminanti?

I motivi sono molteplici e portano tutti nella direzione di un intervento complessivo che interessi tutta la rete.
Il primo è la sicurezza
– Con nuove lampade che consumano meno sarà possibile illuminare in modo più efficiente il nostro territorio comunale evitando gli spegnimenti (parziali e per zona) che creano zone di buio e rendono meno sicure le aree interessate.
– Sarà possibile interrare chilometri di linee aeree in rame nudo che oltre ad essere obsolete evidenziano la criticità dovuta alla presenza di alberature in molti tratti.
– Sarà inoltre possibile cambiare oltre duecentotrenta sostegni (pali) che dalle analisi fatte necessitano di essere sostituiti.
Il secondo è il risparmio
– L’intervento può essere finanziato con il risparmio sui costi per l’acquisto dell’energia elettrica che l’efficientamento della rete potrà generare – come prima quantificato – senza andare a pesare sul bilancio comunale. Significa che potremo realizzare l’intervento senza dover rinunciare di investire su altre priorità, come, ad esempio, le scuole.

Il terzo è la tutela dell’ambiente
– L’intervento prevede un ridimensionamento dei consumi elettrici di pubblica illuminazione pari al 42,33 % rispetto al consumo attuale fatturato (ma molto di più se si considera il funzionamento a norma dell’impianto) che corrisponde a circa 350.158 kWh annui di consumi in meno.
Risulta quindi evidente che l’intervento è migliorativo e opportuno anche dal punto di vista dell’inquinamento ambientale per il semplice fatto che molta energia elettrica non verrà sprecata, e quindi indirettamente prodotta, per l’utilizzo specifico.
– La riduzione dei consumi energetici conseguenti alla sostituzione dei corpi illuminanti permetterà anche la diminuzione delle emissioni di CO2, che il progetto esecutivo quantifica in circa 1000 tonnellate equivalenti di petrolio (TEP).
– La generale diminuzione di flussi luminosi impiegati e il loro corretto orientamento e l’incremento della regolazione luminosa durante le ore notturne a livello puntuale, porterà a ricadute positive dell’intervento dal punto di vista del contenimento dell’inquinamento luminoso.
Il quarto è legato alla valorizzazione delle nostre strutture architettoniche e ambientali
– La mancanza di criteri uniformi nella progettazione degli impianti di illuminazione, unitamente all’età del nostro impianto, ha creato tra i vari effetti anche una notevole diversità tra i diversi punti luce presenti nel territorio: ad oggi sono presenti più di 100 diverse combinazioni tra sostegni e corpi illuminanti: un vero e proprio museo dell’illuminazione pubblica. In alcuni tratti l’impianto presenta finiture poco curate e i punti luce presentano forme non adatte al contesto in cui si trovano, in particolare in alcuni tratti del centro storico e adiacenti ad esso che presentano impianti obsoleti di tipo funzionale stradale, specialmente in confronto al resto dell’area del centro storico, come in via Stazione.
Come già sottolineato, un impianto di illuminazione pubblica efficiente e ben dimensionato consente a tutti, cittadini e turisti, di apprezzare al meglio le nostre bellezze architettoniche e monumentali. Una Marostica che voglia favorire la sua vocazione turistica, la sua attrattività, non può avere una pubblica illuminazione come quella che abbiamo ora
– Il previsto interramento delle linee elettriche aeree migliorerà l’impatto paesaggistico delle linee stesse.
Il quinto riguarda l’innovazione e i possibili sviluppi futuri della rete
– La rete di pubblica illuminazione potrebbe diventare il supporto naturale di una serie di funzioni tanto più fruibili da parte della cittadinanza in quanto distribuite sul territorio comunale in maniera capillare. I servizi che si potrebbero prevedere riguardano i seguenti ambiti:
a. Telegestione (accesso completo ed immediato alla gestione dell’intero impianto di illuminazione anche da remoto con possibilità di controllare l’accensione, la riduzione dei flussi o lo spegnimento di ogni singolo punto luce);
b. Servizi Informativi (installazione di display informativi ad es. sulla viabilità);
c. Wi-Fi (possibilità di offrire ai cittadini il servizio di accessibilità alla rete internet tramite tecnologia Wi-Fi);
d. TVCC (videosorveglianza, rispetto zone ZTL).
Per tutti questi motivi noi crediamo, in modo molto convinto, che l’intervento sulla pubblica illuminazione sia una priorità per Marostica, e lo abbiamo già comunicato in più occasioni, anche ufficiali, all’Amministrazione Mozzo.

Antonio Capuzzo
Consigliere Comunale di “Impegno per Marostica”